La proposta progettuale si pone l’obiettivo di risignificare il paesaggio alterato, trasformando le macerie da problema in risorsa e a tale scopo intende avvalersi di due sistemi che curano: l’arte e la natura. Questi due strumenti sono, dunque, i mezzi per recuperare, riscattandolo, l’antico borgo di Montevago e guideranno le scelte progettuali per i tre temi del concorso, che prevede: l’inserimento di un padiglione provvisorio per l’arte (lotto A), la messa in sicurezza degli edifici e dei ruderi con relativa rifunzionalizzazione dell’area di Percorsi Visivi (lotti B1 e B2) e la ri- naturalizzazione dei ruderi (lotto C).
Lotto A. Padiglione provvisorio per l’arte
L’impianto planimetrico del padiglione è costituito da 2 volumi a pianta rettangolare, collegati da 2 passerelle in rampa, per una superficie lorda totale di circa 250mq e da un’area porticata a ovest di circa 50mq. Il volume a ovest è adibito a spazio per la condivisione degli artisti di circa 140mq lordi (24.30x6 metri), l’altro ad est, che ospita le camere e i bagni, ha una superficie di circa 110mq lordi (24.30x4.40metri). I due volumi sono posti a quote differenti per adattarsi alla topografia del terreno e sono collegati da due passerelle di lunghezza 2.80m ai cui lati si trovano dei patii lineari che consentono la vista dei ruderi e della vegetazione sottostante, in un costante rapporto con il luogo e l’ambiente.
Lotto B. Percorsi Visivi
Il progetto architettonico dei ruderi dei lotti B1 e B2 si prefigge l’obiettivo di creare il giusto equilibrio tra natura, arte e architettura. I ruderi messi in sicurezza diventano il contenitore dove mettere a dimora piante, alberi, arbusti, cespugli autoctoni e realizzare altre opere artistiche aggiungendole a quelle già esistenti. I ruderi di “percorsi visivi” diventano un museo “a cielo aperto” composto dalla sequenza di spazi unici per la loro componente storica, naturale ed artistica. Oggi si possono contare circa 50 vani appartenenti a diversi edifici, 13 di essi preservano ancora una copertura, mentre gli altri presentano i tetti diruti o in condizioni precarie e gli interni sono ancora pieni di macerie e colonizzati da vegetazione spontanea. L’idea progettuale è quella di creare un percorso espositivo che consenta di visitare l’insieme dei ruderi in un continuo dialogo tra spazi chiusi e aperti (a cielo libero o ombreggiati), tra natura e opere artistiche (permanenti e temporanee), tra memoria e ri-uso.
Lotto C. Ri-naturalizzazione dei ruderi
L’elemento ordinatore della nuova sistemazione del lotto è l’asse nord-sud che mette in relazione, non solo visiva, gli edifici “Percorsi Visivi” con i ruderi della cattedrale; il secondo asse ordinatore è il percorso est-ovest. Entrambi i percorsi si attaccano alla quota esistente dei percorsi perimetrali - rispettivamente di 360m slm a nord e ad est, 359m slm ad ovest e sud - e salgono di quota in rampa fino a circa 362.15m slm, adattandosi alle condizioni esistenti del luogo. il raggiungimento di una quota più elevata permette e privilegia la vista sulla cattedrale. Lungo l’asse nord sud si vengono così a creare 2 spazi a quote diverse, quello superiore a quota +362.15m e quello inferiore a +359m slm, queste due quote vengono collegate con una successione di 7 sedute con scale integrate che si adagiano al profilo naturale del terreno modellando così una sorta di teatro naturale, dove si potranno svolgere attività sociali e culturali all’aperto, che gode di una connessione visiva privilegiata con la chiesa Madre dell’antica Montevago.